L’Etna, una grande risorsa

L’utilizzo e la lavorazione della pietra lavica, frutto di una tradizione secolare, è parte integrante della cultura artistica siciliana: è un materiale eterno, che si tramanda per generazioni senza perdere l’originario splendore, usato soprattutto per le pavimentazione stradali, per la realizzazione di fregi, portali ed elementi architettonici di vario genere. Le più rilevanti opere architettoniche della provincia etnea sono realizzate con materiale lavico, come l’elefante di Piazza Duomo e la Porta Garibaldi a Catania, gli obelischi di Piedimonte etneo, e numerose chiese del comprensorio etneo. Un recente impiego è costituito dalla ceramicazione della pietra lavica ottenendo, camini, tavoli, pezzi per cucina e complementi...

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Elefante preistorico

È stata da poco allestita un’area dedicata agli elefanti vissuti in Sicilia in epoche preistoriche con approfondimenti sull’Elefante di Catania (storia, leggende e curiosità legate al simbolo del capoluogo etneo), associando all’esposizione un laboratorio di approfondimento e di creatività che prevede la realizzazione di un elefantino in cartone riciclato, da personalizzare e portare a...

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Eruzioni storiche etnee

In migliaia di anni innumerevoli colate laviche storiche si sono riversate lungo i fianchi dell’Etna, stratificandosi  una sopra l’altra. Tra le più importanti si ricordano: L’ eruzione del 252 d.C., che giunse a Catania e la tradizione racconta sia stata fermata dal velo di Santa Agata. L’eruzione del1614 fu la più lunga (durò ben dieci anni), emise un miliardo di metri cubi di lava coprendo 21 Km di superficie sul versante settentrionale del vulcano. L’eruzione del 1669  che si originò l’11 marzo dai Monti Rossi e si concluse a luglio dello stesso anno: raggiunse e distrusse la parte occidentale di Catania, circondando il castello Ursino che allora si trovava a picco sul mare mentre oggi è al centro della città. La lava del 1669 viene anche ricordata come il primo tentativo di deviazione di una colata ad opera dell’uomo. Infatti un sacerdote di Pedara...

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Angelo D’Arrigo

Nell’ampia sala centrale è esposto l’originale deltaplano di Angelo D’Arrigo con il relativo filmato e uno spazio espositivo dedicato alle gesta del mitico aviatore naturalista. Scomparso nel 2006, era soprannominato “Condor” per le sue ricerche sul volo dei rapaci delle Ande e le sue imprese, che lo avevano visto impegnato nel volo libero sulle cime più alte del mondo. Era stato il primo a sorvolare l’Etna in eruzione. Nel corso della sua carriera agonistica ai vertici internazionali del volo sportivo, Angelo d’Arrigo ha avuto modo di volare in giro per il mondo. Durante i suoi viaggi attraverso i vari continenti, Angelo ha sorvolato mari, deserti, vulcani e catene montuose, insieme ad aquile e rapaci di ogni specie....

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Uno Mattina

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